Dieci anni di Art Bonus, un bilancio degli interventi

Strumento ancora poco utilizzato al Mezzogiorno, alcune proposte per allargare la platea dei Mecenati che possono usufruire del credito di imposta.

Dieci anni di Art Bonus, un bilancio degli interventi
CarlesVA, CC BY-SA 3.0 <https>, via Wikimedia Commons

Son trascorsi quasi dieci anni dalla introduzione del credito di imposta chiamato “Art Bonus”, ai sensi della Legge n. 106 del 29 luglio 2014 con il fine di sostenere la Cultura e lo Spettacolo mediante erogazioni liberali, da parte di persone fisiche e società, le quali riconoscono il beneficio fiscale con la istituzione di un credito di imposta (alle persone fisiche e a quelle giuridiche) pari al 65 % delle erogazioni liberali profuse. Da una prima analisi dei dati emerge come la misura sia stata maggiormente utilizzata al nord e in misura molto minore al Mezzogiorno. 

I dati sull'utilizzo
Secondo i dati disponibili dalla nascita della legge sull’artbonus del 2014 ad oggi sono stati 2.019 i mecenati che  hanno effettuato erogazioni liberali, così divisi negli anni: 2014,  sono state  446 le erogazioni; nel  2015 le erogazioni hanno toccato quota  1.816; nel 2016,  superata quota duemila con 2.334; nel 2017, 2.880; nel   2018,  3.241 nel  2019, invece, 4.254; nel 2020, numero erogazioni 6.412; nel 2021, sono state 5.536; nello scorso anno, infine, 4.868. Mentre nel 2023 sono state finora 232. Dalla analisi della territorialità delle erogazioni si evince che prevalentemente le regioni del Centro Nord, Lombardia in testa seguita da Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Toscana fanno da capolinea, mentre nel Mezzogiorno e soprattutto al Sud l’ agevolazione stenta ad incrementare i propri numeri. Nel Mezzogiorno/Sud la misura è ancora limitata, vuoi poiché, essendo una misura che attribuisce un credito di imposta, deve, naturalmente essere presente un reddito fiscale e l’area Centro/Nord fa da padrona con il reddito procapite più elevato, vuoi perché la organizzazione dei Musei per la fruibilità a noi pubblico è carente sotto molteplici aspetti. (Nella foto il Loggiato San Bartolomeo di Palermo, uno dei luoghi che hanno usufruito di erogazioni liberali) 

Un paio di proposte
Dal momento che nel Centro/Sud, e da noi in Sicilia, il patrimonio artistico nazionale in beni culturali  è di notevole importanza sarebbe auspicabile poter beneficiare di norme ad hoc al fine di incentivare maggiormente lo sviluppo del mecenatismo in queste Regioni con un accordo Governo/Regioni anche con mostre itineranti che evidenzino il percorso delle manutenzioni, protezioni e restauri e di nuove iniziative intraprese creando sinergie in campo economico - produttivo delle Regioni medesime e dell’ Intero Paese Italia che, ricordiamo, detiene oltre il 50% dell’intero patrimonio artistico mondiale.
Inoltre, sarebbe utile poter allargare il credito di imposta anche al mecenatismo nei confronti dei beni artistici e culturali di natura privata, anche con governance rappresentata in tutto o in parte da parte delle istituzioni pubbliche dal momento che è fondamentale  meditare e gioire sulle opere d'arte  da chiunque possedute, come ad esempio da Fondazioni e in genere da Associazioni ed Enti senza fini di lucro. Del resto, ritengo, sia meglio ammirare il nostro patrimonio artistico anche presso Fondazioni di natura privata che non ammirarlo poiché in deposito nei depositi di Musei e Istituzioni Pubbliche. Sicuramente il mecenatismo privato odierno è molto differente da quello presente nel XV° secolo e  nel Rinascimento ad opera degli Este a Ferrara, dei Montefeltro a Urbino e dei Gonzaga a Mantova ed ancora dei Medici a Firenze e aggiungo il Mecenatismo Papale da Clemente VIII e Paolo V Borghese ;  ma, se questi grandi Mecenati, seppur per motivi politico/religioso hanno creato l’immenso ed ineguagliabile patrimonio culturale ed artistico Italiano sarebbe corretto, anzi doveroso che noi oggi, nell’era dominata dalla tecnologia, ci prendessimo cura di queste Meraviglie che, senza dubbio alcuno e scientificamente provato, migliorano e sensibilizzano l’ esistenza umana.

Infine una citazione: “Chi lavora con le sue mani è un lavoratore. Chi lavora con le sue mani e la sua testa è un artigiano. Chi lavora con le sue mani e la sua testa ed il suo cuore è un artista.” Francesco d’Assisi