Comune di Palermo, bilancio partecipativo: un buon inizio ma c'è ancora da lavorare
Solo il 2% degli aventi diritto ha partecipato alla consultazione
Solo ad aprile appena trascorso il Comune di Palermo varcava la soglia del mondo del bilancio partecipativo (vedi articolo qui). Il 21 novembre, con la chiusura delle operazioni di voto e la verifica dei risultati, l'iter del bilancio partecipativo si è concluso. Nel corso dell'anno 2023, i cittadini palermitani hanno avuto la possibilità di presentare proposte per la realizzazione di progetti in uno dei quattro ambiti identificati dalla Giunta comunale: decoro urbano e viabilità, politiche socio - educative sportive e giovanili, attività culturali e turismo, servizi digitali connessi alle precedenti voci; a breve i quattro progetti più votati avranno a disposizione poco più di 300 mila euro per la loro realizzazione.
Chi ben comincia...
Fabrizio Caramagna sostiene che “straordinario è tutto ciò che si riesce a fare, presto e bene, in modo ordinario” ma, in periodi non sempre semplici, possiamo anche compiacerci dell'ordinario fatto in modo straordinario. È certamente un risultato soddisfacente che il Comune, dopo anni di letargo, sia riuscito a portare a termine l'intero processo in un solo anno dall'emanazione del regolamento. Tuttavia, sarebbe necessaria un'analisi più approfondita per valutare la reale portata di questo risultato. Innanzitutto, è evidente la scarsa partecipazione dei cittadini: su un totale di 533.565 potenziali votanti, solo il 2,24% ha espresso la propria preferenza. Secondo il principio di non negatività ogni numero diverso da zero è positivo; nel nostro caso un valore così prossimo allo zero, seppur positivo, conferma la necessità di investire maggiormente in attività di informazione e formazione in tema di strumenti di partecipazione democratica.
I progetti presentati
Un altro dato interessante è quello relativo alla tipologia dei progetti presentati e votati. Fra le proposte presentate il 12,94% sono relative al tema ambientale, il 52,94% al tema socio educativo, il 28,24% alle tematiche culturali ed il 5,88% ai servizi tecnologici; è evidente che, almeno in fase di progettazione, la cittadinanza è più sensibile al tema socio educativo. Questa tendenza è confermata anche dalla top ten delle proposte votate che ha visto prevalere le tematiche inerenti le politiche socio-educative con il 70% delle preferenze contro il 20% espresse a favore del decoro urbano ed il 10% per le attività culturali. Se l'Ente riuscirà ad interpretare, elaborare ed implementare questi dati nella fase della programmazione con un approccio bottom-up avrà centrato un ulteriore obiettivo del bilancio partecipativo.
E' tutto oro ciò che luccica?
La valutazione più profonda della bontà e del merito dello strumento, però, meriterebbe un'analisi più approfondita ed una disseminazione dei risultati più capillare. Alcune criticità, ad esempio, potrebbero essere intercettate nelle modalità di diffusione dei contenuti dei singoli progetti, nella ristrettezza del tempo utile per una votazione realmente consapevole, nella difficoltà nell'interpretare i valori di BES e di incremento del valore pubblico di ogni singolo progetto. Dalla bontà dell'iniziativa al fraintendimento dei risultati spesso il passo è breve e cadere nell'errore di pensare che il bilancio partecipativo sia una forma di finanziamento diverso, alternativo o complementare a quelli ordinariamente programmati è un rischio possibile.
Partecipazione? ancora poca...
In conclusione un bilancio partecipativo efficace è uno strumento che consente ai cittadini di esprimere la propria voce sulle decisioni che riguardano la loro città. Perché questo avvenga, è necessario che la partecipazione sia massiccia e che i progetti siano valutati in modo accurato. Il Comune di Palermo ha fatto un buon primo passo, ma è necessario, anche a livello regionale, continuare a lavorare per migliorare questo importante strumento di democrazia.