Flop da 610 mila euro per i progetti partecipati della provincia di Palermo

Meno della metà le risorse spese: rispetto alla disponibilità complessiva da 1,1 milioni euro, solo il 46,15% delle somme (circa 526.095) sono state utilizzate secondo quanto prevede la legge regionale del 2014

Flop da 610 mila euro per i progetti partecipati della provincia di Palermo

Come consuetudine vuole, l'inizio di un nuovo anno è il salotto nel quale ci si accomoda per fare il bilancio dell'anno appena trascorso e stabilire i buoni propositi per quello appena iniziato. Anche per il nostro viaggio nel mondo della democrazia partecipata è tempo di sosta e, dunque, accomodandoci virtualmente nella piazza al centro della Città Metropolitana di Palermo, ci guarderemo attorno, faremo un primo resoconto delle iniziative intraprese, stileremo una piccola lista di suggerimenti e buoni propositi che, ci si augura, venga favorevolmente accolta da chi è deputato a realizzarli.

L'anno vecchio è finito ormai... 
Nel 2022, degli 82 comuni facenti parte della Città Metropolitana, 29 enti (ovvero il 35,36%) non hanno adempiuto agli obblighi di cui al comma 1 dell'art. 6 della L.R. 5/2014 che, tradotto in valuta, significa che 29 comunità hanno perso 610.000 euro di opportunità di spesa. Questo è quanto è emerso dall’analisi dei dati, conosciuti al 31.12.2022, desunti dai siti degli enti e/o dalle informazioni e notizie pubblicati dagli enti di ricerca e dagli organi di stampa. I dati non possono considerarsi definitivi dal momento che i Comuni potranno comunicare gli impegni di spesa ancora fino al prossimo 31 gennaio. 

… ma qualcosa ancora qui non va
Primo fra tutti il rapporto di utilizzo delle somme. Rispetto alla disponibilità complessiva, circa 1.138.000,00 euro, solo il 46,15% delle somme (circa 526.095) sono state utilizzate; la percentuale sale al 48,92% se si escludono le risorse a disposizione dei comuni in dissesto che, non essendo soggette all'obbligo, hanno deciso di impiegarle diversamente. Dal punto di vista del rapporto abitanti dei comuni adempienti/popolazione dell'intera area (dati istat all'1.1.2022) risulta che solo un abitante su quattro (25,72%) ha potuto assistere alla realizzazione di un progetto di democrazia partecipata. Altri aspetti critici riguardano l'eccessiva difformità e frammentarietà dei regolamenti; la presenza di norme, tempi e procedure lasciate (forse troppo) alla fantasia degli Enti che rendono difficoltoso il reperimento di informazioni e dati utili; la presenza di suggerimenti di progetti all'interno dei bandi che, seppur involontariamente, rischiano di limitare, di fatto, la creatività dei cittadini; misure che sembrano sostituire o sovrapporsi all'ordinaria attività già programmata dall'Ente.

La parteciazione ai progetti
Anche il dato sulla partecipazione alla presentazione dei progetti nonché sull'affluenza ai processi di votazione denota una bassissima percentuale di aderenti rispetto alla popolazione dell'area metropolitana. Relativamente agli ambiti tematici di maggior interesse, inoltre, la statistica dice che l'area col maggior numero di progetti accolti è quella relativa all'
Ambiente e Territorio seguita dalle attività culturali, dalle iniziative per lo sviluppo economico e locale e dalle iniziative sociali. E’ fuor di dubbio che l'Ambiente occupa il primo posto nella scala dei valori e delle preoccupazioni collettive ma, è pur vero, che certi temi dovrebbero già essere appannaggio delle Amministrazioni Locali. Si auspica, quindi, di riuscire a promuovere e realizzare iniziative condite con un pizzico in più di originalità e vicinanza di prossimità e, comunque, temi ed ambiti in cui gli Enti, con la loro attività ordinaria, non riescono ad essere presenti.

Note di merito
E' il caso, per esempio, del comune di Contessa Entellina che, per i suoi 1500 abitanti, ha finanziato il progetto del Taxi sociale; del comune di Gangi che per i giovani ha finanziato un progetto formativo in tema politico/amministrativo; del comune di San Cipirello che ha approvato progetti di educazione sull'uso consapevole dei nuovi media-scrittura giornalistica; del comune di Giuliana (1700 abitanti) che attraverso una scuola di ceramica può provare a mantenere e divulgare le tradizioni artigianali. Per altri aspetti meritano un plauso i comuni di Belmonte Mezzagno, Bolognetta, Borgetto, Marineo e Monreale che nonostante la condizione di dissesto, da quanto risulta, non hanno rinunciato all'impiego delle somme per il bilancio partecipativo; il comune di Isola delle Femmine che per la prima volta ha finanziato dei progetti seguendo le linee guida generali per colmare il vuoto dovuto all'assenza del regolamento; Lercara Friddi che, con una percentuale del 11,97%, risulta essere il comune (fra quelli con dati disponibili) con il più alto numero di votanti rispetto alla popolazione. Il comune di Palermo, dal 2016 ad oggi, si è lasciato sfuggire circa 2 milioni di euro di opportunità, tuttavia le va dato il merito di essersi preoccupato ed occupato della materia fino ad approvare, a pochi mesi dalla formazione del nuovo governo, il suo primo regolamento.

Quali conclusioni
A conclusione della nostra breve analisi possiamo dire che, a Palermo e Provincia, il Bilancio Partecipato è una realtà,  esiste ma necessita di una profonda revisione. A distanza di 7 anni occorre che vengano rivisti tempi, modi, procedure, modalità di pubblicizzazione e di rendicontazione; occorre che gli enti ancora assenti all'appuntamento con il regolamento vengano richiamati; occorre chiarezza, trasparenza ed organizzazione; occorre mettere la cittadinanza in grado di poter partecipare attivamente alla vita politica per fargli sentire maggiormente il valore del bene comune.  Il compito è impegnativo, soprattutto in un momento in cui le priorità economiche e sociali sono tante e molto variegate; ma crediamo che ognuno può avere un ruolo, che nulla deve andare disperso e che, quando si parla di numeri, regolamenti e rendicontazione i professionisti del settore non possono che rispondere: presenti!