Negli enti locali se spendi bene hai un doppio vantaggio
La situazione al termine dei 'tempi supplementari' della democrazia partecipata
Nello scorso mese di ottobre avevamo già anticipato che i comuni della regione siciliana avrebbero dovuto restituire circa 1,3 milioni di euro per non aver utilizzato le somme previste per strumenti che coinvolgessero la cittadinanza nella scelta di azioni di interesse comune. A novembre, dopo una serie di rettifiche e correzioni, sono state definite sia le penali sia gli enti da punire per l'annualità 2019.
Castighi e ricompense
Ma se “Atene piange” questa volta “Sparta ride” perché la legge regionale n. 9/2020 al c. 5 dell'art. 1 ha previsto che “le somme oggetto di restituzione ai sensi del comma 1 sono ripartite in maniera proporzionale al trasferimento di risorse di parte corrente tra i comuni virtuosi che hanno impegnato le somme” che significa che i comuni risultati virtuosi, perché capaci nell'anno precedente di spendere interamente le somme in strumenti di democrazia partecipata, saranno i beneficiari delle penali perché a questi verranno ridistribuite attraverso quote aggiuntive di risorse correnti in proporzione alle somme trasferite. Nel rispetto di tale disposto l'Assessorato alle Autonomie Locali, con decreto del dirigente generale n. 727/Ser.4, ha identificato i comuni virtuosi e le somme ad ognuno spettanti. Dell'importo complessivo di 1,28 milioni di euro (a tanto ammonta complessivamente la sanzione a carico degli inadempienti) nel comprensorio dell'ex provincia di Palermo il distintivo di comune virtuoso è stato assegnato a 35 comuni cui sono state destinate somme per 193 mila euro ovvero il 15% delle somme disponibili. Benché questo dato ci permette di salire sul secondo gradino del podio delle risorse distribuite (dietro solo alla provincia di Messina col 34,69%), altrettanta soddisfazione non possiamo provare se confrontiamo il rapporto del numero dei comuni virtuosi rispetto al numero degli enti presenti in ogni provincia. Degli 82 comuni del territorio di Palermo, infatti, neppure la metà (ma solo il 42,68%) è risultato meritevole di essere premiato facendo sì che la Città Metropolitana si posizioni al 6° posto di tale classifica (davanti solo a Trapani e Ragusa). La provincia di Messina, invece, guadagna il primo premio assoluto anche in questo campo potendo vantare sul suo territorio la presenza del 73,15% di comuni virtuosi.
Una magra consolazione?
Alla Città Metropolitana di Palermo, comunque, resta la medaglia d'oro in termini di penalità da corrispondere che, a volere eccedere in benevolenza, ci potrebbe anche consolare al pensiero che tanta generosità altro non è che espressione di un forte altruismo verso il prossimo. Ma sarebbe comunque una consolazione effimera; sembra, piuttosto, che una fluida applicazione (in tutte le sue fasi) del c.1, art. 6 della Legge regionale 5/2014 sia ancora una strada da spianare e che per gli enti la programmazione e l'utilizzo delle risorse disponibili resti ancora un'attività difficoltosa o sottovalutata. Saper programmare e saper spendere tutto e bene, nella realtà, presenta più di un vantaggio in quanto permette di centrare il rispetto della norma, avvicina il cittadino all'amministrazione ed alla politica rendendolo più consapevole ed attivo e, come legge 9/2020 detta, apporta nuove e maggiori risorse libere e “straordinarie” nelle casse degli enti.