Lo sviluppo della Sicilia passa dalla sostenibilità
Sono 137 mila i green jobs nell'Isola, il 10% del totale. Nel 2021 siglati 84 mila contratti di questo tipo, quattro volte rispetto il 2019. Fondi e investimenti, ecco perché non si deve sbagliare.
Per affrontare le sfide poste dalla sostenibilità ambientale e la transizione ecologica le aziende sono chiamate a una profonda rivoluzione nel modo di pensare e agire. L’attenzione verso pratiche sostenibili è ormai un requisito fondamentale per poter ambire a uno sviluppo costante e duraturo nel tempo e per rimanere competitivi sul mercato; in questo la Sicilia si è dimostrata molto sensibile all’argomento, capendo l’importanza e la strategicità di attuare una transazione sostenibile per lo sviluppo economico dell’intera isola. Infatti l'Isola rientra tra le sette regioni italiane protagoniste della transizione ecologica e l’economia verde crea sempre più posti di lavoro. I settori protagonisti sono l’agricoltura, il tessile e manifatturiero e l’artigianato. In un anno nell’Isola sono stati siglati oltre 84mila contratti di lavoro legati alla sostenibilità del pianeta. L’anno di riferimento il report è il 2021 e questi impieghi sono quadruplicati rispetto al 2019, quando i contratti erano stati 21 mila. In totale si contano 137 mila lavoratori del comparto, quasi il 10 per cento del totale regionale. Sono i cosiddetti green jobs, i “lavori verdi” del presente e del futuro. Non si tratta solo di progettisti di sistemi di gestione ambientale, architetti paesaggisti o esperti in etichettatura ambientale degli imballaggi, profili di certo ricercatissimi. Rientrano nel conteggio anche gli ideatori di tutte quelle startup innovative amiche dell’ambiente. Dai tessuti creati con gli scarti alimentari, agli integratori preparati con gli estratti di aloe vera coltivata in Sicilia, fino ai vasetti di creme per viso fatti con i residui della pietra lavica dell’Etna, alla startup che tramite una serra produce acqua dall’umidità. Nel 2021 la produzione di elettricità da fonti rinnovabili nel mondo è stata pari al 28,3 per cento del totale, con eolico e solare quintuplicati in dieci anni. In Sicilia, in linea col trend nazionale, il 36 per cento dei consumi elettrici è stato soddisfatto da fonti rinnovabili.
Sicilia settima per aziende che investono in Green
Con 36.630 imprese la Sicilia è settima nella graduatoria nazionale per numero di aziende che hanno investito in tecnologie green. Palermo con le sue 8.039 imprese è la provincia più virtuosa, erano 5.356 nel 2019 pre pandemia. Segue Catania con 7.336 imprese, Messina 5.818, Siracusa 3.164, Ragusa 2.979, Agrigento 2.972, Caltanissetta 1.422, Enna 837. Per quanto riguarda i green jobs ne sono stati attivati 84.410. A Palermo 21.080, Catania 18.464, Messina 10.128, Siracusa 10.595, Ragusa 6.121, Agrigento 2.972, Caltanissetta 6.291, Enna 2.005. L'obiettivo è accelerare sulle rinnovabili e sull’efficienza energetica per sostituire i combustibili fossili e aiutare così a contrastare la crisi climatica. In sostanza un’accelerazione verso un’economia più a misura d’uomo che punta sulla sostenibilità, sull’innovazione, sulle comunità e sui territori.
L'attenzione delle aziende
Le aziende siciliane stilano sempre più business plan attenti alla sostenibilità, necessaria per affrontare l’attuale crisi climatica. Evidentemente i nuovi imprenditori hanno colto la sfida della transizione ecologica. In Sicilia per quanto concerne le politiche legate alla mobilità e la sostenibilità ambientale legate al PNRR e alle politiche di coesione si potenzierà la “cura del ferro” con il miglioramento dei servizi ferroviari con un impegno rivolto soltanto non soltanto all’alta velocità ferroviaria ma anche alle tratte a media e lunga percorrenza dove sarà migliorata la qualità anche dei servizi intercity, che hanno un costo del biglietto più contenuto e sono utilizzati per gli spostamenti quotidiani da studenti e lavoratori con nuovi treni di ultima generazione, a emissioni zero.
La mobilità è centrale
L 'obiettivo è incentivare le persone a fare un uso minore dell’auto privata e utilizzare il treno negli spostamenti di media e lunga percorrenza, contribuendo alla transizione ecologica. Uno sforzo indirizzato anche alla viabilità locale attraverso autobus non inquinanti e di nuova generazione, indispensabili per un trasporto pubblico locale migliore per sostituire mezzi obsoleti e inquinanti, per migliorare la qualità del servizio, ridurre l’impatto ambientale e l’inquinamento acustico. Investimenti indirizzati verso l’estensione delle metropolitane e delle reti tranviarie, il potenziamento del trasporto pubblico locale a basse emissioni, la realizzazione di piste ciclabili nelle città, lo sviluppo della rete di ricariche elettriche. Politiche in definitiva orientate ad agevolare la transizione ecologica che dovranno puntare a disincentivare l’uso dei mezzi inquinanti e incentivare, una mobilità sostenibile. Un grande piano di investimenti pubblici che darà impulso alla crescita, allo sviluppo e all’occupazione in cui l'elemento chiave è l’immediata cantierabilità di ogni singola opera. Una visione dei Fondi nazionali per la coesione come una sorta di Pnrr permanente, fatto di investimenti con un cronoprogramma definito e dettagliato; di obiettivi specifici; di incentivi e disincentivi per un corretto utilizzo delle risorse da parte di tutti i soggetti attuatori. La tematica legata a Mobilità e Infrastrutture Sostenibili si concentra su progetti che riguardano essenzialmente la rete stradale, primaria e secondaria, la rete ferroviaria e il settore idrico. Gli interventi sulla rete stradale primaria sono finalizzati anche all’aumento della sicurezza e della resilienza ai cambiamenti climatici, e sono complementari al Pnrr e al Pnc che, dati i vincoli europei, non hanno previsto investimenti per questo settore. Gli investimenti sulla rete stradale secondaria, inseriti nei programmi regionali, aumentano le risorse previste nel Pnc per le aree interne e riguardano progetti volti ad aumentare la resilienza della rete e ad accrescere la connessione tra aree più periferiche, centri urbani e le principali reti di trasporto. Gli interventi sulla rete ferroviaria sono in gran parte addizionali al Pnrr perchè attengono a progetti che necessitano di risorse certe e immediatamente disponibili per portare a compimento le misure del Piano oppure a interventi, i cui tempi di completamento superano i termini temporali previsti dal Pnrr.
Consumo di suolo alle stelle
Tra gli altri obiettivi posti, prioritario è arrestare il consumo di suolo dando priorità a pratiche di riuso e di contenimento della dispersione insediativa così da ridurre le superfici impermeabilizzate e la frammentazione del paesaggio e, alcontempo, attenuare rischi idraulici e idrogeologici e incrementare il risanamento e la rigenerazione dei siti inquinati attraverso interventi di bonifica per il ripristino e il riutilizzo delle aree. Infatti risulta necessario superare le criticità dovute al fatto che la Sicilia è tra le prime regioni in Italia per consumo di suolo ed è l’unica grande regione priva di una disciplina organica di governo del territorio che non riesce a sfruttare le potenzialità di un invidiabile patrimonio culturale e di un territorio rurale che conserva ambienti incontaminati e una notevole biodiversità.