I nodi delle cessioni del credito Iva
La crisi senza precedenti causata dal Covid-19 e ora, in aggiunta, quella provocata dalla guerra in Ucraina stanno mettendo a dura prova un tessuto economico costretto a rivedere i propri modelli di business. C’è la necessità di disporre di importanti risorse finanziarie da immettere nel sistema delle imprese, che nel frattempo hanno accumulato sempre più crediti fiscali. È in questo contesto che la cessione di tali crediti diventa uno strumento efficace per generare liquidità immediata. Di questo si è discusso oggi in Sicindustria Palermo, in occasione dell’incontro su “La monetizzazione dei crediti fiscali per le imprese. Focus sulla cessione del credito Iva”, organizzato da Sicindustria e Ordine dei commercialisti di Palermo, in collaborazione con Banca Progetto. “Riuscire a monetizzare i propri crediti fiscali – ha spiegato il presidente di Sicindustria, Gregory Bongiorno – è per le imprese una possibilità importante per generare liquidità. Il rischio è infatti quello di ritrovarsi con i cassetti fiscali pieni e le casse vuote”. “È anche vero però – ha aggiunto Ernesto Gatto, consigliere dell’Ordine dei commercialisti di Palermo – che l’impresa che sceglie di chiedere l’accredito del rimborso Iva all’Agenzia delle entrate è costretta ad attendere pazientemente la somma sul proprio conto corrente e purtroppo l’esperienza maturata sul campo dimostra che il termine di 90 giorni previsto dalla norma per l’effettuazione del rimborso è puramente ordinatorio e non perentorio, cosicché spesso tale attesa tende a protrarsi ben oltre l’anno con il risultato di penalizzare clamorosamente gli equilibri finanziari delle imprese”. In particolare, secondo il Doing Business 2020, in Germania il tempo necessario per richiedere un rimborso Iva è zero ore contro 10,5 in Francia e 42 in Italia. Sempre in Germania, il tempo per ottenere un rimborso Iva è 5,2 settimane, mentre in Francia è 6,2 settimane e in Italia è 62,6 settimane. “Questi dati – ha spiegato il presidente dell’Ordine dei commercialisti di Palermo, Nicolò La Barbera – sono riferiti al 2018 e differiscono leggermente dai dati ufficiali del dipartimento finanze perché sono calcolati con criteri diversi. Ma in ogni caso essi mostrano il grave ritardo dell'Italia. Il meccanismo della compensazione con il visto del professionista è una ottima soluzione per il recupero del credito, ma nei casi in cui occorre liquidità immediata la strada della cessione del credito può rappresentare una possibilità importante per il mondo imprenditoriale”. Anche perché i numeri sono di tutto rispetto. Le ultime stime riportate da Giorgio Graziani, responsabile Bu Factoring e Crediti fiscali di Banca Progetto, che offre un servizio di monetizzazione pro soluto, parlano infatti di oltre 5 miliardi di euro di crediti Iva vantati dalle imprese in Italia. “In quest’ottica – ha sottolineato Dario Costanzo, presidente della sezione credito e finanza di Sicindustria Palermo – è chiaro che gli istituti di credito giocano un ruolo centrale nel momento in cui accettano di acquistare tale credito, rendendo le somme velocemente disponibili per le aziende che spesso non sono in grado di attendere i tempi imposti loro dalle procedure di evasione delle richieste di rimborso Iva. Questo è ancora più importante perché, con la fine a giugno del Temporary Framework dell’Unione europea, verranno meno le agevolazioni Covid per ottenere credito. Basti pensare che già nel 2021 la quota crediti ottenuta dalle imprese con garanzia statale è scesa del 37%”.